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Chi è Gesù? Era il figlio di Dio? Un breve sguardo sulla vita di Gesù di Nazareth e per quale motivo credere in Lui non è solo cieca fede…

di Paul E. Little

È impossibile per noi sapere in che modo esista Dio e quali siano le sue caratteristiche, a meno che Egli stesso non prenda l’iniziativa e si riveli. Noi dobbiamo sapere com’è Dio e quali sono le sue attitudini verso di noi. Supponiamo di sapere che è esistito ma che era come Adolf Hitler – capriccioso, viziato, razzista e crudele. Che orrenda presa di coscienza sarebbe!

Dobbiamo andare alla ricerca lungo l’arco della storia per sapere se c’è stato qualche indizio della Rivelazione di Dio. Uno chiaro c’è di sicuro. In un ignoto villaggio della Palestina, circa 2000 anni fa, un bambino venne alla luce in una mangiatoia. Tutto il mondo ancora oggi celebra la nascita di Gesù.

Visse in maniera anonima fino all’età di trent’anni, quando divenne un predicatore pubblico fino alla sua morte. Era destinato a cambiare il corso della storia.

Era una persona gentile, e ci è stato detto che “le folle restarono stupite del suo insegnamento”. “Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.”1

Chi è Gesù? La sua storia ha inizio

Apparve subito chiaro, comunque, che egli faceva su sé stesso delle considerazioni forti e sorprendenti. Aveva iniziato ad identificarsi non come un semplice profeta o un insegnante. Molto di più. Affermava chiaramente di essere Dio. La sua identità era il centro del suo insegnamento. La domanda più importante posta ai suoi seguaci era: “Voi chi dite che io sia?” Quando Pietro rispose dicendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”2, Gesù non era sconvolto, né rimproverò Pietro. Al contrario, lo elogiò!

Ha reso il suo discorso esplicito, ed i suoi ascoltatori hanno subìto tutto l’impatto delle sue rivelazioni. È scritto infatti: “I Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.”3.

In un’altra occasione aveva affermato “Io ed il padre siamo una cosa sola”. Subito gli Ebrei volevano lapidarlo. E Gesù chiese loro per quale opera buona volevano ucciderlo. Essi risposero, “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”4.

Gesù si attribuiva chiaramente qualità appartenenti solo a Dio. Quando un paralitico venne calato attraverso il tetto per essere guarito da Lui, Egli disse, “Figlio, i tuoi peccati sono stati perdonati.” Ciò provocò tra i capi religiosi molti interrogativi sul comportamento da osservare. Essi si dicevano “perché quel tipo parla così? Sta bestemmiando! Chi può perdonare i peccati se non Dio?”

In un momento critico, in cui la sua vita era in serio pericolo, il gran sacerdote gli pose la domanda in maniera diretta: “sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”

Gesù rispose: “Io sono; e vedrete il Figlio dell’uomo, seduto alla destra della Potenza, venire sulle nuvole del cielo.”

Il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: “Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia”5.

Il suo contatto con Dio era così profondo che Gesù non faceva differenze tra il comportamento di una persona verso di Lui o verso Dio. Così, conoscere Lui significava conoscere Dio6. Vedere Lui equivaleva a vedere Dio7, e credere in Lui significa credere in Dio stesso8. Ricevere9, odiare10 e rendere onore a Gesù11 equivaleva farlo a Dio.

Chi è Gesù- il figlio di Dio?

Se esaminiamo le affermazioni di Gesù, ci sono solo quattro possibilità: poteva essere un bugiardo, un pazzo, una leggenda, oppure la Verità. Se ipotizziamo che non fosse la Verità, allora dobbiamo affermare una delle altre tre possibilità, che le capiamo o meno.

(1) La prima possibilità è che Gesù fosse un bugiardo – cioè, sapeva di non essere Dio ma ingannò deliberatamente i suoi ascoltatori per conferire autorità ai suoi insegnamenti. Alcune persone, poche in verità, hanno sostenuto questa teoria. Anche coloro che negano il suo essere divino, ammettono che era un grande insegnante di morale, ma sbagliano proprio nel conciliare queste due riflessioni. Difficilmente, infatti, Gesù sarebbe stato un grande insegnante di morale se avesse mentito su uno dei punti fondamentali del suo insegnamento (la Sua identità).

(2) Una proposta diversa, sebbene non meno sconvolgente, afferma che Gesù fosse sincero, ma fuori di senno. Anche oggi ci sono molte persone che affermano di essere Dio. Certamente anche Gesù poteva essere pazzo facendo questa incredibile rivelazione. Ma se diamo un’occhiata alla vita di Cristo, non vi troveremo alcuna prova della anormalità e dello squilibrio di un pazzo. Semmai, troveremo la più grande testimonianza di serenità in una persona sotto pressione.

(3) La terza alternativa ipotizza che tutte le sue affermazioni di essere Dio siano una leggenda – quello che accadde fu che i suoi seguaci, entusiasti, nel terzo e quarto secolo, gli attribuirono alcune rivelazioni sconvolgenti.

La teoria della leggenda è stata definitivamente confutata da molte moderne scoperte archeologiche. Esse hanno dimostrato una volta per tutte che le quattro biografie di Cristo furono scritte al tempo dei suoi contemporanei. Poco tempo fa, il Dr. William F. Albright, un archeologo di fama mondiale, ora in pensione, appartenente alla John Hopkins University, ha affermato che non esiste alcuna ragione per credere che i Vangeli siano stati redatti dopo il 70 d.C. Poichè è impensabile che una leggenda su Gesù Cristo, sotto forma di Vangelo, abbia guadagnato la circolazione e l’impatto che ebbe, senza una seppur minima prova basata sui fatti.

Sarebbe assurdo, come se qualcuno ai tempi nostri scrivesse una biografia su John F. Kennedy, e vi affermasse che credeva di essere Dio, di perdonare i peccati delle persone, e di aver sconfitto la morte. Una storia simile è così assurda che non prenderebbe di certo piede, perché Kennedy era un personaggio conosciutissimo. Quindi la teoria della leggenda fa acqua da tutte le parti in base alla datazione dei manoscritti evangelici al periodo di Gesù stesso.

(4) L’unica altra alternativa è che Gesù affermasse la verità. Da un certo punto di vista, tuttavia, le parole, da sole, non significano molto. Parlare è facile. Tutti possono fare delle affermazioni. E altri hanno detto di essere Dio. Io stesso potrei dirlo, e anche voi, ma la domanda a cui dobbiamo rispondere è, “Quali credenziali possiamo presentare per avvalorare una simile affermazione?” Nel mio caso impieghereste cinque minuti per screditarmi. E forse lo stesso accadrebbe per voi. Ma screditare le parole di Gesù di Nazareth non è affatto facile. Egli ha le prove delle sue affermazioni. Infatti è scritto, “anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”12.

Prove dalla vita di Gesù

Primo, il suo comportamento morale coincideva con le sue affermazioni. Molti pazienti nei manicomi sostengono di essere celebrità o degli dèi. Ma questi comportamenti sono traditi dal loro stesso carattere. Non è così per Cristo. Egli è unico – come Dio è unico.

Gesù Cristo era senza peccato. L’importanza della sua vita era tale che era in grado di mettere alla prova i suoi nemici con la domanda, “Chi di voi può convincermi di peccato?”13. Ne seguì il silenzio, anche quando Gesù puntò il dito contro coloro che avrebbero voluto sottolineare qualche difetto nel suo comportamento.

Possiamo leggere le tentazioni di Gesù, ma non troviamo mai, da parte sua, la confessione di un peccato. Non ha mai implorato per il perdono, anche se esortava i suoi seguaci a farlo.

Una tale mancanza di errori morali nel comportamento di Gesù è veramente sorprendente, in ragione del fatto che è completamente contrario all’esperienza dei santi e dei mistici di tutti i secoli. Più gli uomini e le donne tendono a Dio, più essi sono travolti dai propri fallimenti, corruzioni e mancanze. Più ci si avvicina ad una calore soffocante, più si capisce di aver bisogno di una doccia. Questo è vero, nel mondo umano, anche per i comuni mortali.

Colpisce anche che Giovanni, Paolo e Pietro, tutti istruiti fin dalla prima infanzia riguardo alla universalità del peccato, parlino della sua totale assenza nella persona di Gesù, “egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca”14

Pilato, di certo non un amico di Gesù, disse, “quale male ha commesso?” implicitamente, aveva riconosciuto l’innocenza di Cristo; e un centurione romano che aveva assistito alla sua morte disse, “Era sicuramente il Figlio di Dio”15.

Secondo, Cristo dimostrò un controllo sulle forze della natura che appartiene solo a Dio, che ha creato quelle forze.

Calmò una violenta tempesta sul mare di Galilea. Coloro che assistettero a tale azione si posero l’inquietante domanda, “Chi è costui? Anche il vento e le onde gli obbediscono!”16. Trasformò l’acqua in vino, sfamò 5000 persone moltiplicando cinque pane e due pesci, ridonò ad una povera vedova addolorata il suo unico figlio, riportandolo in vita, e fece lo stesso per la figlia morta di un padre distrutto. Disse ad un vecchio amico, “Lazzaro, vieni avanti!” e lo riportò alla vita. È significativo che anche i suoi nemici non negarono questo miracolo. Piuttosto, cercarono di ucciderlo. “Se lo lasciamo andare avanti in questo modo,” dissero, “tutti gli crederanno”17.

Terzo, Gesù dimostrò la potenza del Creatore sulla malattia e l’infermità. Fece camminare gli zoppi, parlare i muti e permise ai ciechi di vedere. Alcune delle sue guarigioni erano malattie congenite non risolvibili con cure psicosomatiche. Il caso più clamoroso è quello del cieco raccontato da Giovanni 9. Sebbene l’uomo non potesse dare una risposta ai suoi interrogativi, la sua esperienza era stata sufficiente per convincerlo. “una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo” esclamò. Era stupito del fatto che i suoi amici non avevano riconosciuto, in quel guaritore, il Figlio di Dio. “Non s’è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato” esclamò18. Per lui la prova era ovvia.

Quarto, la prova suprema dell’autenticità delle affermazioni di Gesù riguardo la sua identità con Dio e la sua resurrezione dalla morte. Nel corso della sua vita predisse cinque volte la sua morte. E rivelò anche come sarebbe morto, e che tre giorni dopo sarebbe risorto per apparire ai discepoli.

Sicuramente questa era la prova finale: era un’affermazione facile da verificare. Sarebbe successo oppure no.

Sia gli amici che i nemici della fede cristiana hanno riconosciuto nella resurrezione di Cristo la prima pietra della fede. Paolo, il grande apostolo, scrisse: “Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”19. Paolo ha basato la sua intera predicazione sulla resurrezione di Cristo. Sia che fosse resuscitato, sia il contrario. Ma se lo ha fatto, allora si tratta dell’evento più sensazionale di tutta la storia.

Se Gesù è il figlio di Dio…

Se Cristo è resuscitato, sappiamo con certezza che Dio esiste, come è fatto, e come possiamo conoscerlo in una esperienza personale. L’universo porta con sé un significato ed uno scopo, ed è possibile conoscere il Dio vivente nella vita di tutti i giorni.

D’altra parte, se Cristo non fosse risorto, la Cristianità sarebbe solo un interessante pezzo da museo, niente di più. Non avrebbe una validità oggettiva, non sarebbe reale. Anche se pieno di buoni propositi, non è certo un pensiero sul quale valga la pena perder tempo. I martiri che procedevano verso i leoni cantando, o i missionari di oggi, morti in Congo o in Ecuador, mentre portavano questo messaggio, sono solo dei poveri pazzi.

L’attacco alla Cristianità da parte dei suoi nemici si è concentrato soprattutto sulla resurrezione, proprio perché essa ne è un punto cruciale. Un attacco degno di nota è quello portato avanti nei primi anni ’30 da un giovane avvocato inglese. Era convinto che la resurrezione fosse solo una favola, frutto della fantasia. Avendo compreso che era l’argomento principale della fede cristiana, pensava di fare un favore al mondo intero dimostrando una volta per tutte questa frode, questa superstizione. Come avvocato, pensava di possedere le facoltà di giudizio per separare le prove rigidamente, secondo i canoni di una moderna corte di giustizia, e di non riconoscere come prova ciò che non coincideva con tali criteri.

Tuttavia, mentre Frank Morrison era immerso nella sua ricerca, accadde un fatto eccezionale; il caso non era così facile come pensava. Come risultato, il primo capitolo nel suo libro, Chi ha spostato la pietra?,ha il titolo “Il libro che si rifiutò di essere scritto”. In esso egli descrive come, esaminando le prove, cominciò ad essere persuaso contro la sua volontà, della resurrezione carnale di Cristo.

La storia della morte di Gesù

La morte di Gesù avvenne sulla croce, con un’esecuzione pubblica. Il governo lo accusò di blasfemia. Gesù affermava di dover espiare i nostri peccati. Dopo essere stato torturato atrocemente, i suoi polsi ed i suoi piedi vennero inchiodati alla croce dove rimase appeso e morì dopo un lento soffocamento. Una spada forò il suo costato per confermare la sua morte.

Il corpo di Gesù fu poi avvolto in un sudario di lino, dopo essere stato cosparso con circa cento libbre di aromi, fu posto all’interno di una solida tomba scavata nella roccia, chiusa da una pietra di quasi due tonnellate, per renderla sicura. Proprio per il fatto che Gesù aveva detto pubblicamente che sarebbe risorto dopo tre giorni, una pattuglia di soldati romani era stata messa come guardia del sepolcro; un sigillo romano ufficiale venne affisso all’entrata della tomba per testimoniare l’appartenenza al governo.

Nonostante tutto ciò, tre giorni dopo il corpo era sparito. Era rimasto solo il sudario di lino, con la forma del suo corpo, ma vuoto. La pietra che sigillava il sepolcro venne trovata in cima ad un pendio, distante dalla tomba.

La Resurrezione di Cristo è solo una leggenda?

La prima spiegazione diffusa affermava che i discepoli rubarono il corpo! In Matteo 28:11-15, abbiamo il resoconto della reazione dei gran sacerdoti e degli anziani nel momento in cui le guardie diedero loro la sgradevole e misteriosa notizia che il corpo era scomparso. Pagarono i soldati e gli dissero di spiegare che i discepoli erano venuti di notte per rubare il corpo, mentre dormivano. La storia era talmente falsa che Matteo non si preoccupa nemmeno di negarla! Quale giudice vi presterebbe ascolto se diceste che mentre dormivate il vostro televisore è stato rubato…proprio dal vostro vicino di casa? Chi sa cosa è successo mentre dormivate? Testimoni di questo genere sarebbero derisi in ogni tribunale.

Inoltre, siamo messi di fronte ad una incompatibilità etica e psicologica. Rubare il corpo di Cristo è un’azione totalmente estranea al carattere dei discepoli e di tutto ciò che conosciamo di loro. Significherebbe che sono dei perpetratori di una menzogna deliberata, responsabile della tortura e della morte di migliaia di persone. È inconcepibile che, anche se un piccolo gruppo tra i discepoli avesse cospirato e attuato questo furto, esso sia rimasto segreto agli altri discepoli.

Ognuno di essi ha dovuto affrontare la prova della tortura e il martirio per le loro affermazioni e la fede in Cristo. Uomini e donne morirebbero per ciò che pensano sia la verità, anche se questa si rivelasse sbagliata. Ma non morirebbero per una menzogna. L’uomo pronuncia la verità proprio sul letto di morte. E anche se i discepoli avessero preso il corpo e Cristo fosse morto veramente, avremmo comunque ancora il problema di spiegare le sue apparizioni dopo la resurrezione.

Una seconda ipotesi sostiene che le autorità ebraiche e romane spostarono il corpo! Ma perché? Con le guardie davanti alla tomba, per quale ragione avrebbero spostato il cadavere? E ancora, cosa dire del silenzio delle autorità di fronte alla coraggiosa preghiera degli apostoli sulla resurrezione a Gerusalemme? I capi ecclesiastici erano in ebollizione, pieni d’odio, e avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di prevenire la diffusione del messaggio di Gesú risorto. Arrestarono Pietro e Giovanni, li picchiarono e minacciarono nel tentativo di chiudere le loro bocche.

Ma ci sarebbe stata una soluzione molto più semplice per loro. Se avessero avuto il corpo di Cristo, lo avrebbero potuto portare in parata per le vie di Gerusalemme. In un solo colpo avrebbero stroncato il Cristianesimo nella sua stessa culla. Il non averlo fatto è la testimonianza stessa che non avevano con loro il corpo di Gesù.

Un’altra teoria afferma che le donne, distrutte e sopraffatte dal dolore, nell’oscurità del mattino sbagliarono strada e entrarono in un’altra tomba. Nella loro sventura immaginarono che Cristo fosse risorto perché la tomba era vuota. Questa teoria, comunque, cade proprio per lo stesso motivo che distrugge quella precedente. Se le donne sbagliarono tomba, perché allora i gran sacerdoti e gli altri nemici della fede non andarono presso la tomba vera a mostrare il corpo? Inoltre, è inconcepibile che anche Giovanni e Pietro siano caduti nello stesso errore, e di sicuro Giuseppe d’Arimatea, proprietario della tomba, avrebbe risolto il problema. In più ci si deve ricordare che il sepolcro era privato e non faceva parte di un cimitero pubblico. Nelle vicinanze non esisteva alcuna tomba che poteva indurre in errore.

Anche la teoria del “Sonno” è stata variamente usata per spiegare la tomba vuota. Secondo questa visione, Cristo alla fine non morì. Fu considerato morto per errore, ma svenne per la stanchezza, il dolore e la perdita di sangue. Quando venne adagiato nel sepolcro, egli ritornò in sé. Uscì fuori e apparve ai discepoli che erroneamente pensarono fosse resuscitato.

Questa è una storia moderna. Apparve alla fine del diciottesimo secolo. È significativo che non venne fuori nessuna ipotesi di questo tipo, a partire dall’antichità e fino ai violenti attacchi mossi alla Cristianità. Tutte le prime narrazioni esaltano la morte di Cristo.

Ma ammettiamo pure che Cristo sia stato sepolto vivo, svenuto; è possibile che sia sopravvissuto tre giorni in una tomba umida, senza acqua e cibo, senza nessun tipo di attenzione? Avrebbe avuto la forza di liberarsi dallo stretto sudario, e soprattutto di spostare il masso che ostruiva l’apertura della tomba, di sopraffare le guardie romane e di camminare per miglia con i piedi trafitti dai chiodi? Credere ad una storia simile è molto più fantasioso dell’accettazione della resurrezione.

Anche il critico tedesco David Strauss, che non crede affatto alla resurrezione, rifiuta un’idea così incredibile. Sostiene infatti:

È impossibile che Colui il quale è uscito dalla sua tomba mezzo morto, che faticava per la debolezza e la stanchezza, ed infine era spossato dalla sofferenza, potesse aver dato ai discepoli l’impressione di essere il vincitore della Morte e della tomba stessa; di essere il Principe della Vita.

Infine, se questa teoria fosse corretta, Cristo stesso sarebbe coinvolto in una grande menzogna: i suoi discepoli pregavano e credevano che Lui era morto, e che sarebbe risorto. Cristo non fece nulla per screditare questa fede, anzi la incoraggiò.

L’unica teoria che spiega in modo adeguato la tomba vuota è la resurrezione di Gesù Cristo dalla morte.

Cosa significa per voi la storia di Gesù

Se Gesù Cristo è risorto dalla morte provando di essere Dio, allora è vivo ancora oggi. Vuole essere molto più che predicato. Vuole farsi conoscere ed entrare nelle vostre vite. Gesù disse, “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui”20.

Carl Gustav Jung disse: “la nevrosi centrale dei nostri tempi è il vuoto.” Tutti abbiamo il profondo desiderio di dare alla nostra vita un significato. Gesù ci offre una vita piena di significato, attraverso una relazione con Lui. Disse infatti: “io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”21.

Per il fatto di essere morto sulla croce, portando con sé tutti i peccati del genere umano, egli ora ci offre il perdono e ci accoglie in una vera relazione con Lui.

Potete invitare Cristo nella vostra vita anche ora. Potete dirgli qualcosa del tipo: “Gesù, grazie di essere morto sulla croce per i miei peccati. Ti chiedo di perdonarmi e di entrare subito nella mia vita. Ti ringrazio per essere mio amico.”

Se volete maggiori informazioni o avete ancora domande sull’identità di Gesù, inviateci una e-mail.

Adattato da Know why You Believe di Paul Little, edito da Victoria Books, copyright 1988, SP Publications, Inc., Wheaton, IL 60187. Autorizzazione richiesta.

Note a piè di pagina: (1) Matteo 7:29 (2) Matteo 16:14-16 (3) Giovanni 5:18 (4) Giovanni 10:33 (5) Marco 14:61-64 (6) Giovanni 12:44; 14:1 (7) Giovanni 12:45; 14:9 (8) Giovanni 12:44; 14:1 (9) Marco 9:37 (10) Giovanni 15:23 (11) Giovanni 5:23 (12) Giovanni 10:38 (13) Giovanni 8:46 (14) 1Pietro 2:22 (15) Matteo 27:54 (16) Marco 4:41 (17) Giovanni 11:48 (18) Giovanni 9:25:32 (19) 1Corinzi 15:14 (20) Apocalisse 3:20 (21) Giovanni 10:10